Fottuta Campagna
Ho letto il libro “fottuta campagna” di Arianna Porcelli Safonov @AriannaSafonov. Ero curioso di capire cosa, dopo circa un anno e mezzo di permanenza nella “mia” fottuta campagna, un personaggio poliedrico e cosmopolita come Arianna, avrebbe descritto dei luoghi e delle persone nei quali e con le quali convivo da più di 25 anni. Il libro l’ho letteralmente “bevuto” d’un fiato. La scrittura mi ha ricordato Rossana Campo ma senza l’inflazione di neologismi e slang giovanilistici che farciscono alcuni suoi romanzi. La prima parte del libro ha un ritmo piacevolissimo ed incalzante dato anche dall’ottima capacità del “montaggio” dei vari racconti pubblicati sul blog Madame Pipì (https://madamepipi.wordpress.com/). Alcuni sono spassosissimi e trattano dall’amore, ahimè non corrisposto, del giovane agricoltore Bruno e delle aspettative amorose disattese di uomini pellegrini che si recano in visita ad Arianna in campagna e che diverranno, ahiloro, solamente parte di un campione statistico. Gradevolissimo pure l’episodio del ratto delle mele, ma è imperdibile la digressione escatologico-metereologica che trova, in un ignaro venditore di surgelati, la condizione necessaria e sufficiente per essere narrata. Ogni volta che l’autrice usa un espediente letterario o commerciale lo dichiara preventivamente ponendo il lettore in uno stato di rilassatezza inquisitoria, consentendogli così di godersi l’ammiccamento ruffiano che segue.
Alcuni affreschi dei personaggi incontrati nella “fottuta campagna” sono davvero belli. I miei preferiti sono Alfio e la Vale, ma il migliore rimane quello inscritto nell’episodio che vede protagonista Bruno. L’unica cosa che mi auguro infine è che, a differenza di Thoreau e di altri autori bucolici o campestri, non abbandoni la “fottuta campagna” dopo averla vissuta per un periodo di tempo largamente insufficiente per interiorizzarla davvero.
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